NCE POWER HOUSE PRO

(Chi era costui?)

Nel curioso mondo fermodellistico italiano, fatto di pochi concetti molto confusi, il DCC rimane sempre un articolo ostico da digerire. Ancor più curiosa è la situazione riguardo al reperimento di materiale tecnico ed informativo. Se è vero che di DCC, sotto sotto, ne capiscono in pochi, e mi riferisco in primis ai negozianti, è altrettanto vero che i più ritengono che la soluzione Intellibox sia la scelta obbligata per chi vuole fare il grande passo.

Onore al merito a chi ha saputo associare il proprio marchio ad una tecnologia. Insomma, è un po’ come la Jacuzzi per gli idromassaggi, o il Walkman per i lettori di musicassette portatili.

L’ignoranza di molti dei nostri negozianti (mi scusino lor signori per lo sfogo) ha fatto il resto. E’ esperienza comune, infatti, che di fronte alla richiesta di un ignaro fermodellista che voglia partire con il DCC la risposta tipica sia “c’è l’Intellibox”. A fare il giro dei negozianti di Milano, ma il discorso vale anche per le altre città, intendiamoci, è in sostanza impossibile farsi consigliare un prodotto DCC diverso da quello citato. Stesso discorso vale per i decoder, e anche qui potremmo dilungarci.

Insomma, al solito tocca curiosare da soli in giro per il mondo per capire che cosa è possibile trovare di meglio o di diverso da quanto ci propongono i negozianti nostrani.

E la ricerca non è così semplice, perché di produttori che offrono centrali ed attrezzature DCC ce ne sono davvero tanti, e nemmeno tanto lontani. Basta pensare che i nostri colleghi transalpini di lingua francese si sono ritrovati in edicola un numero speciale di LocoRevue dedicato esclusivamente ai decoder per locomotive, con tanto di prove comparative e listino prezzi aggiornato su tutti gli articoli disponibili sul mercato francese. Quando ho letto quell’articolo mi sono cascate le braccia a pensare che da noi si trovano praticamente solo i decoder Lenz, e spesso si fa fatica ad averli (2 mesi di attesa per i modelli meno diffusi).

Ecco fatto, adesso che abbiamo tirato le orecchie a negozianti e riviste di settore possiamo continuare.

Stavo suggerendo di curiosare in giro per il mondo per vedere che cosa è possibile trovare di alternativo ai sistemi reperibili nel nostro Paese. Meglio ancora, affidarsi all’esperienza di chi, per intraprendenza personale, ha avuto modo di provare a fondo praticamente tutti i sistemi DCC disponibili nel paradiso fermodellistico statunitense. E così mi sono fidato del giudizio dell’amico Stefano Curtarolo, grazie anche ad una prova sul campo durante una sua fugace visita in Italia.

Fatta la scelta, dopo qualche tribolazione e patema di natura postale, mi è giunto finalmente il sistema desiderato: NCE Powerhouse Pro.

Nome sconosciuto ai più in Europa, NCE è invece di riferimento negli Stati Uniti insieme ai concorrenti Lenz e Digitrax, grazie anche ad uno dei migliori negozi d’America specializzato in DCC, Tony’s Train XChange, che ne cura la vendita.

Aperta la confezione, l’impostazione americana “ready to run” è evidente, con due decoder NCE pronti per essere installati e una guida rapida all’inizio del manuale che promette di farti giocare con il DCC entro venti minuti dall’inizio dell’installazione.

            La filosofia NCE

Innanzi tutto il controllo palmare. Noi siamo abituati a vedere la postazione di comando e controllo come un punto fisso del plastico, per lo più in virtù del fatto che i nostri plastici sono piccoli e a portata d’occhio. E poi siamo abituati  ragionare come dei capistazione, e non come macchinisti. Ma in America la filosofia di gioco è radicalmente diversa, e le proporzioni del plastico sono decisamente più robuste. In queste condizioni si rende necessario seguire il treno, magari interpretando a vista i segnali che si incontrano lungo il tracciato. La scelta del controllo palmare diventa allora obbligata, e questo spiega il motivo per cui pressoché tutti i sistemi DCC d’oltre oceano nascono in questo modo.

E poi la funzionalità.

In linea di principio i sistemi DCC NMRA compatibili dovrebbero offrire le stesse funzionalità e le stesse caratteristiche di base. E questo è vero. Spesso, però, si finisce col dimenticare che alla base del sistema DCC c’è un protocollo di comunicazione che forse, e dico forse, consente molto più di quello che i produttori ci hanno abituato a ritenere possibile. E’ infatti esperienza comune per chi mastica un minimo di DCC che le locomotive si programmino separatamente, possibilmente sul binario di programmazione, e mai in moto. Non è vero!

Il sistema NCE consente di programmare le locomotive direttamente sul binario di corsa, anche mentre vanno, e anche mentre si controllano altri treni.

Il bello è che i tecnici NCE non hanno inventato niente, hanno solo sfruttato meglio e più a fondo quello che il protocollo DCC mette a disposizione.

Scoperta l’acqua calda, tutto il resto viene da se. L’impostazione di accelerazione e decelerazione sono parametri di programmazione statici? Nossignore. Del resto si tratta solo di modificare un valore in tempo reale, esattamente come la velocità o le funzioni ausiliarie.

Il signor Bianchi preferisce controllare le locomotive con un potenziometro (ops, volevo dire encoder rotativo, ma si, insomma, la classica rotellina). Il signor Rossi preferisce invece il controllo DCC a tasti (stile Lenz per intenderci). E i tecnici NCE, per quel che gli costava, hanno accontentato tutti e due, mettendo sia la rotellina che i tasti.

Altre funzioni, che differenziano il sistema NCE dai sistemi di impostazione europea, sono legate a specifiche richieste del mercato americano. L’inversione i marcia non arresta la locomotiva, ma la rallenta, ne inverte la marcia e la riavvia fino alla velocità impostata (mi vengono in mente le manovre negli enormi scali dei plastici americani, con le complicate composizioni dei treni merci).

L’impostazione dei parametri 14-27/28/128 step può essere eseguita in tempo reale con un tasto dedicato. A che serve? Supponiamo di voler avere i 128 step dentro allo scalo, per manovre più fini, e i 28 in linea per una risposta più immediata della locomotiva. Con NCE si può fare in modo immediato, come accendere o spegnere le luci della locomotiva.

Per non parlare poi dell’attivazione delle funzioni ausiliarie (luci, strobo, mars light, suoni) che trovano tasti specifici e chiari, ed analogamente le trazioni multiple. Nel seguito approfondirò ciascuno di questi aspetti.

Quello che sorprende è la facilità di apprendimento, tanto che si è in grado di sfruttare gran parte delle funzioni di base senza nemmeno aprire il manuale.

Infine l’impostazione tecnica. La centrale è in realtà formata da booster e centrale di comando vera e propria, racchiuse dentro lo stesso case metallico. I due componenti sono elettricamente indipendenti ed accoppiati tramite bus con cavetto esterno. In questo modo se si danneggia il booster, la centrale può essere usata sfruttando un altro booster esterno, e viceversa si può sfruttare il booster con altre centrali.

Insomma, semplicità, affidabilità, massima praticità d’uso e ridondanza sembrano i concetti a cui si sono ispirati i tecnici NCE nel realizzare un sistema davvero interessante.

            Come si presenta

Non metterei la mano sul fuoco per la confezione, perché vista la spedizione internazionale (aperta dall’ufficio doganale…) magari è stata usata una scatola diversa da quella originale. Aperto il cartone ci si trova davanti ad una scatola metallica con svariate prese, innesti e porta seriale, un controllo palmare completo, alcuni cavetti, un manuale, due decoder per locomotive con i rispettivi estesissimi manuali, una scheda di registrazione e un foglietto d’avvertenze circa l’uso di trasformatori industriali per l’alimentazione della centrale.

Quest’ultimo particolare sembra di poco conto, ma a mio avviso rappresenta la vera differenza fra la filosofia nostrana e la filosofia d’oltreoceano. Se da noi ti sconsigliano l’uso di trasformatori non dedicati (e assurdamente costosi) pena il decadimento della garanzia, in America di danno invece dei consigli su come selezionare il trasformatore adatto fra gli innumerevoli disponibili sul mercato della componentistica industriale. In particolare il foglio informativo NCE si sofferma sulla tensione a vuoto dei trasformatori, che eccede di qualche volt la tensione nominale indicata, a rischio di danneggiare la centrale. Un bel segno di correttezza, non credete?

La centrale ed il booster sono racchiusi in un case metallico decisamente compatto, grande poco più di una videocassetta VHS. La derivazione commerciale è evidente, l’assemblaggio è pulito ed essenziale. A prima vista potrebbe sembrare una realizzazione di elettronica in kit. Le connessioni sono tutte sul frontale:

per il booster ci sono alimentazione e binario (4 morsetti complessivi), due innesti per il bus di controllo ed un led di stato, mentre per la centrale ci sono alimentazione e binario (ancora 4 morsetti), innesto per bus di controllo, innesto per il controllo palmare (cab bus), led di stato e led di stato del binario, una porta seriale per il collegamento ad un personal computer.

 

Il frontale del Power Pro non è esattamente accattivante, ma è ordinato e funzionale. Le scritte identificano esattamente ogni singolo connettore: non ci si può sbagliare.

Ben diverso è l’impatto del comando palmare. Ergonomicamente ben studiato, risulta chiaro nella disposizione dei tasti, ben spaziati e morbidi al tatto. Di colore nero come la centralina, presenta al centro verso l’alto la famosa rotellina, ed affianco i tasti di incremento e decremento della velocità (singolo step a destra, 4-10 step per volta a sinistra). Sotto si trovano in successione tutti i tasti funzione, un pad numerico, i tasti di multitrazione ed infine le funzioni speciali.

Sopra a tutto troneggia un amplissimo diplay a cristalli liquidi retroilluminato. Sul fondo è presente l’innesto per il cavo di collegamento alla centrale. Sul retro è predisposto l’alloggiamento per le pile per chi richiede a parte il kit wireless. In tal caso infatti il controllo palmare si trasforma in un vero e proprio telecomando. La trasformazione può avvenire in fabbrica o a cura del cliente in un secondo momento.

 

Il Cab Control “PRO CAB” è decisamente ben fatto, pratico da gestire e chiaro nella suddivisione della tastiera. Impugnandolo come un telecomando televisivo i controlli relativi al movimento delle locomotive si gestiscono con il pollice. Gli altri tasti si controllano con la mano libera. Il display indica lo stato della locomotiva controllata:

in alto a sx l’indirizzo della locomotiva, in basso a sx la direzione (in questo forward, ovvero avanti) e la percentuale di velocità (in questo caso 000), mentre sulla dx in basso si trovano le indicazioni relative alle funzioni attive (L indica le luci, 2 indica l’uscita 2 attiva, i trattini sono le altre funzioni disattivate).

In alto a dx si vede l’orologio di sistema.

Il manuale di istruzioni potrebbe essere più raffinato, ma in effetti serve poco……

Circa i contenuti, dice tutto quello che deve dire in modo chiaro e conciso. Ci sono anche alcuni schemi della scheda madre qualora si volesse realizzare un cab control dedicato al comando delle locomotive non digitalizzate (funzione che NCE sconsiglia vivamente di sfruttare), nonché le istruzioni per la sostituzione della EPROM (per gli aggiornamenti software) e della batteria tampone.

Quasi dimenticavo:

una pagina del manuale è dedicata alla regolazione della tensione di linea, che può essere impostata da un minimo di 9,5 volt, ad un massimo di 18. Ottima cosa per chi segue le scale minori, ma anche per tenerla un filo più bassa rispetto al normale per non massacrare le lampadine. Di fabbrica NCE imposta i 14,25 volt raccomandati da NMRA per le scale N, H0 e S.

 

L’interno del Power Pro è pulito e razionale. Le schede di booster e centrale sono fisicamente indipendenti. Il booster si trova sulla sx, con i finali di potenza ancorati al case metallico che funge da dissipatore. Si nota anche il trimmer per la regolazione della tensione di linea, fissato subito a sx dei finali.

La centrale è più complessa, e sfrutta due schede sovrapposte unite da un connettore multipolare. Si notano la batteria tampone per la memoria interna e la EPROM contenente il software.

 

Particolare della sezione booster. In evidenza i ben dimensionati condensatori e, sulla sx in fondo, il trimmer per la taratura della corrente di linea. Sul frontale si individuano i connettori, nell’ordine, di alimentazione, binario, bus di controllo ed infine il led di stato.

 

Particolare della sezione relativa alla centrale di comando. Sul frontale si trovano, nell’ordine, i connettori di alimentazione, del binario di programmazione, il bus di controllo, il bus per il Cab Control e i due led di stato.

Un brevissimo cenno ai decoder in dotazione:

nell’aspetto e nelle dimensioni ricordano i Lenz LE103XF. Anche la classe di appartenenza è la medesima, ovvero con funzioni avanzate per le luci, niente controllo di carico, ma in più sono del tipo silentdrive, ovvero ad alta frequenza. Li vedremo a parte.

            Prima accensione

Prima di dar fuoco alle polveri un breve commento ai numeri sulla carta.

Come alimentazione il Powerhouse Pro digerisce praticamente di tutto, dai 12-18 volt in alternata, ai 18-28 volt in continua (non switching, attenzione!), con assorbimenti di circa 6 A, corrispondenti a potenze di circa 80-100 VA. Questo vuol dire si possono usare vecchi trasformatori di recupero, trasformatori per illuminotecnica, trasformatori per elettronica e via dicendo. La centrale è protetta su tutti i fronti, dai cortocircuiti sul binario (intervento oltre i 5,1 A contro i 5 nominali), da extracorrenti ed extratensioni in ingresso, si autoprotegge contro assorbimenti a valle non compensati dal trasformatore di alimentazione, si spegne automaticamente se la temperatura interna supera i 70 °C. Insomma, si possono dormire sonni tranquilli, anche perché i 5 A nominali del booster integrato consentono di gestire allegramente un buon numero di locomotive senza troppi patemi d’animo. Esiste anche la versione da 10 A, che NCE consiglia per le scale superiori all’H0. E’ bene rimanere comunque, nel caso dell’H0, su più booster indipendenti da massimo 5 A l’uno, altrimenti si corre il rischio di fondere le ruote delle locomotive in caso di cortocircuito, o più semplicemente durante l’intervento dei moduli di gestione della racchetta tipo il Lenz LK100.

Allora, procedo con il collegamento e l’accensione del sistema. Collegate le alimentazioni, i binari, il cab control (ovvero il controllo palmare), non mi rimane che dare tensione e vedere cosa succede. Niente! Il cab control è acceso, la tensione arriva, ma non c’è verso di muovere un passo. Ah, bella forza, non ho collegato il booster alla comand station (vi avevo detto che erano totalmente indipendenti…). Ecco fatto, adesso è tutto pronto.

Come prima cosa assegno un nome al nostro cab control. Di serie risponde all’indirizzo 02, ma se ne possono collegare fino a 63. Basteranno?! Tra le altre infinite opzioni, quella più importante è la scelta del tipo di controllo. Se si decide di operare in modalità YARD, la rotellina funzionerà come un trasformatore a zero centrale, ovvero ruotando in alto o in basso si passa da una direzione all’altra di movimento. Se si opta per la modalità NORMAL la rotellina accelera e frena la locomotiva, mentre il tasto DIRECTION stabilisce il verso.

A voler fare i pignoli, si può anche stabilire il grado di intervento della rotellina, ovvero di quanto aumenta la velocità in base a quanto velocemente giriamo la rotellina. Un po’ come impostare i parametri del mouse di un pc.

Infine si possono riassegnare tutte le funzioni dei tasti secondo i nostri gusti.

Tocco di classe: un orologio interno, che può essere accelerato in base ai gusti, consente di avere un riferimento di tempo univoco per chi ama gestire il proprio plastico con orari di partenza ed arrivo ben precisi.

            Si parte

Seleziono una locomotiva per iniziare a divertirmi: premo il tasto SELECT LOCO, digito 3 (sempre immettere il numero diretto, senza 0 davanti), quindi ENTER. Un colpo alla rotellina e sono in marcia. Ne seleziono un’altra: premo ancora SELECT LOCO, digito 6, quindi ENTER e adesso controllo questa. Volendo ripassare alla 3, premo RECALL e il gioco è fatto. Se invece di premere RECALL digito 3, la centrale mi avverte che la locomotiva è già controllata e quindi me ne restituisce il controllo.

E adesso proviamo le cose serie: una bella trazione multipla (consist).

Però prima occorre fare un distinguo. Le trazioni multiple, secondo il vecchio sistema, vengono gestite direttamente dalla centrale, ovvero è la centrale ad inviare contemporaneamente a tutte le locomotive della trazione multipla i comandi impartiti dall’operatore, ciascuno al suo indirizzo. Questo sistema impegna parecchio la banda passante della centrale, perché richiede l’invio contemporaneo di più comandi a più indirizzi. Inoltre pone dei limiti al numero di locomotive gestibili in trazione multipla, nel caso specifico 4 per ognuna.

Il nuovo sistema (advanced consist) prevede che i decoder abbiano una CV dedicata alla trazione multipla. In pratica, al momento della composizione della trazione multipla viene assegnato un indirizzo supplementare al decoder (memorizzato nella CV19). Da questo momento in poi il decoder risponde a quell’indirizzo, così come tutti gli altri decoder associati alla medesima trazione multipla. In questo modo la centrale vede la trazione multipla come una sola locomotiva, riducendo così la banda passante utilizzata, e consentendo la composizione di trazioni multiple virtualmente infinite in quanto a numero di locomotive impegnate (9999, ovvero gli indirizzi estesi disponibili per i decoder), e in numero di 127 contemporanee, tanti sono gli indirizzi assegnabili alla CV19 dedicata. Al momento della divisione della trazione multipla, semplicemente viene azzerato l’indirizzo della CV19, ed il decoder riassume nuovamente il suo indirizzo primario in CV1. Semplice, ed efficacie.

Tornando all’NCE, la gestione delle trazioni multiple consente di controllarne 127 contemporaneamente, ciascuna dotata di un massimo di 4 oppure 9999 macchine a seconda che siano di tipo vecchio o nuovo (la cosa è sostanzialmente legata ai decoder montati sulle locomotive). L’aggiunta o la rimozione di locomotive alle trazioni multiple è guidata in maniera esemplare ed immediata, sfruttando i 4 tasti dedicati e le informazioni a display.

Locomotive singole, o intere trazioni multiple, possono essere inoltrate ad altri cab control nel caso di più operatori sullo stesso plastico. Qualora fosse predisposto un computer centrale con software dedicato (sul manuale si trovano i riferimenti del caso), è possibile inviare messaggi e dispacci ai singoli cab control, che compariranno sul display sulle 2 righe inferiori delle 4 disponibili (le prime due sono dedicate alle informazioni di stato delle locomotive controllate).

A questo punto decido di simulare un’emergenza. Premo il tasto rosso EMERGENCY STOP e si ferma solo la locomotiva che sto controllando. E le altre continuano a farsi gli affari loro?! Si, perché nella logica del cab control l’emergenza potrebbe riguardare solo un treno, e non tutti, e dunque sarebbe sciocco arrestare tutto il traffico del plastico. Risolta l’emergenza basta toccare la rotellina o uno dei tasti di velocità e/o direzione per rimettere in moto la locomotiva selezionata. Ma se l’emergenza riguarda lo scontro fra più treni? Che faccio? Mi metto a selezionare tutte le loco coinvolte per mandarle in emergenza tutte?! No. Premo tre volte EMERGENCY STOP e tutto il plastico si arresta. Sul display compare la scritta LAYOUT STOPPED e sotto è riportato il numero del cab control che ha richiesto l’arresto d’emergenza. Solo questo potrà dare il consenso al riavvio delle operazioni. Una piccola scorciatoia:

basta predisporre un fungo d’emergenza che cortocircuiti i due binari, in modo da mandare il booster in arresto fino al ripristino del contatto, normalmente aperto (logica industriale, oserei dire, anche se nel caso di più booster la faccenda si complica un pochino perché dovrei cortocircuitarli tutti insieme).

Per azionare accessori, segnali e deviatoi il concetto è analogo a quanto visto per le locomotive, solo che occorre premere SELECT ACCY, digitare l’indirizzo dell’accessorio, premere ENTER ed infine stabilirne lo stato ON oppure OFF seguendo le indicazione a display.

C’è un’ultima funzione che richiama la mia attenzione sulla tastiera del cab control: MACRO. Le macro nel sistema NCE sono sequenze di operazioni associabili ad un unico comando. In pratica è la gestione degli itinerari, programmabili in ragione di 200, ciascuno composto da 10 differenti azionamenti. Per richiamare un itinerario programmato, basta premere MACRO, digitare il numero e premere ENTER. La sequenza di azionamenti previsti verrà eseguita di conseguenza.

A grandi linee ho curiosato in tutte le funzioni operative principali della centrale. Posso aggiungere che la centrale è in grado di tenere memoria delle ultime operazioni eseguite prima dello spegnimento, per cui alla riaccensione è possibile ritrovare trazioni multiple e quant’altro era stato impostato precedentemente. Una batteria tampone, di durata prossima ai 5 anni, garantisce il mantenimento della memoria anche per lungo tempo a centrale spenta.

            La programmazione

Su questa parte cercherò di essere più sintetico, rimandando ad un approfondimento sul manuale scaricabile in formato pdf dal sito del produttore.

Per accedere a tutta questa sezione di operazioni occorre premere il tasto PROG/ESC tante volte fino ad evidenziare la modalità di programmazione desiderata.

Le modalità di programmazione sul binario di corsa o sul binario dedicato sono simili, ma alcune operazioni specifiche sono disponibili sono in una modalità e non nell’altra. Ad esempio, nel primo caso non è possibile interrogare il decoder sui valori di CV impostati, mentre anche in corsa è possibile modificare l’indirizzo della locomotiva!

Nella programmazione sul binario di corsa si dispone di tre opzioni. La prima consente di modificare contemporaneamente su tutte le locomotive di una trazione multipla i valori di correzione di accelerazione e decelerazione. La seconda è la classica programmazione a CV. La terza modalità è molto comoda, perché consente di definire le caratteristiche principali di programmazione senza ricorrere all’uso delle CV. In pratica la noiosa programmazione della CV29 qui viene risolta rispondendo alle domande poste a display.

Nella programmazione sul binario dedicato le opzioni cambiano. Nel primo modo si ricorre al sistema “PAGED” raccomandato da NMRA. Nel secondo modo si ha a disposizione la programmazione a CV. Infine è disponibile la programmazione a registri.

Analogamente si procede con la programmazione degli accessori.

            Conclusioni

Prima di chiudere, mi preme aggiungere un particolare di notevole rilievo. Scorrendo il manuale in dotazione, è frequente imbattersi in codici di componenti elettronici. NCE infatti fornisce una garanzia di 7 anni sui suoi prodotti, con addebito delle sole spese di spedizione presso il centro assistenza per i primi 4, e delle spese di spedizione e parte del costo della manodopera per i restanti 3. Ma per facilitare la riparazione di parti soggette ad usura o a rottura accidentale (rottura dello schermo LCD, dell’encoder, dei cavetti, dei connettori etc), fornisce ai clienti i riferimenti per ordinare direttamente le parti interessate ai loro stessi fornitori, dunque senza aggravio di costi inutili per il fermodellista. E così sul manuale si trovano le istruzioni per costruirsi direttamente le prolunghe RJ-12 per il controllo palmare, e le prolunghe RJ-H per il collegamento ai booster aggiuntivi. Si trovano inoltre le caratteristiche tecniche dello schermo LCD, degli speaker interni (ove previsti), degli encoder e dei potenziometri. Una bella cortesia, specie per quelle riparazioni che costano più in spese di spedizione che in materiale.

Il mio personalissimo giudizio sul sistema NCE Powerhouse Pro è senz’altro positivo. La facilità d’uso, l’ergonomia dei comandi e la filosofia con cui è stato pensato sono quelle che mi aspetto da un buon prodotto DCC evoluto. Vedremo nel tempo se questa prima impressione è corretta.

In un prossimo futuro intendo collegare la centrale al personal computer e verificare sul campo le possibilità che offre una soluzione di questo tipo. Con un breve giro in Internet i programmi adatti si trovano a iosa. Se lo riterrete, vi terrò informati sugli aggiornamenti e sugli sviluppi del sistema NCE.

Vado a divertirmi, e buon DCC a tutti.

Paolo Bardotti

PS. Se volete toccare con mano NCE, passate a Novegro in occasione della manifestazione Hobby Model Expo 2003. Salvo cataclismi, sarò dietro le quinte del plastico GFM a far manovre come un matto nello scalo merci.