Raffreddiamo i "bollenti spiriti" delle centraline digitali Arnold

 

Mi è capitato di recente di dare una mano ad un collega modellista, anche lui possessore di Arnold Commander 9. Apparentemente la sua centralina è andata a pallino, ed i tentativi fatti per ripararla non sono andati a buon fine. Ho cercato di trovare la fonte del problema, ma sinceramente, visto il valore intrinseco della centrale in questione, non mi sono impegnato più di tanto.

Non è però la prima persona che lamenta avarie a sistemi Arnold, ed in buona parte dei casi pare si tratti dello stadio finale che si brucia.

Da buon meccanico, sono convinto che in molti dei casi summenzionati la causa è legata ad una non efficace dissipazione del calore prodotta dai finali di potenza.

I finali vengono bloccati su dissipatori che possono presentare l’alettatura o verso l’esterno (vedi Intellibox), o verso l’interno. In quest’ultimo caso il calore, in qualche modo, dovrebbe trovare una via di uscita, oppure il case stesso dell’apparecchiatura dovrebbe essere in grado di smaltirlo.

Ebbene, nel Commander 9 il dissipatore è interno, ed il case plastico, dunque isolante sia elettricamente che termicamente, è totalmente chiuso.

Nelle lunghe serate di gioco col DCC, mi è capitato spesso di lasciare la centrale accesa anche parecchie ore di fila, con le luci delle loco accese. Un vezzo che mi consente di abbandonare l’attività sul diorama operativo e riprenderla talis qualis dopo qualche tempo (in fin dei conti anche i dirigenti di movimento ogni tanto si devono riposare…). Questa prassi però, ho notato, portava spesso il Commander 9 a scottare non poco nella zona limitrofa al finale di potenza.

Scaduta la garanzia (finché sono in garanzia meglio non mettere mani sulle apparecchiature elettroniche), mi sono deciso ad introdurre una facilissima modifica che limita drasticamente la stagnazione di calore all’interno della centralina. Nei vari upgrade informatici fatti negli anni, mi sono avanzate svariate ventoline per cpu, in particolare quelle per i processori più datati, Intel 486 ed i primi AMD serie K. Nulla vieta di usare ventole più generose, salvo la geometria della centralina. Il grande vantaggio di queste ventoline è che possono essere alimentate anche in alternata, e, guarda che fortuna, le centrali digitali si alimentano proprio in alternata alla stessa tensione!

Ho allora aperto una finestra delle dimensioni della ventola subito a ridosso del dissipatore. Sul frontale della centrale ho realizzato invece una griglia che consente all’aria calda di uscire.

Per fare questo bisogna munirsi di pazienza, di una piccola punta da trapano (2-3 mm), di un cacciavite ed eventualmente di un saldatore.

Si procede aprendo la centrale svitando le 4 viti inferiori, quindi si separa la tastiera dalla scheda madre sganciando il connettore multipolare. Griglia e finestra per la ventola si aprono sulla parte che contiene la tastiera, avendo cura di rimanere nella zona compresa fra scheda madre (quella che supporta il dissipatore che vogliamo raffreddare) e scheda tastiera. La ventola si fissa con 4 viti autofilettanti (è bene preparare dei fori di invito per evitare di crepare la plastica). Io ho realizzato la griglia anteriore creando una serie di fori uniformemente distanziati uno dall’altro, ma andrebbe benissimo anche una finestra chiusa con del tulle o rete metallica finissima (tipo colino da the, per intenderci). L’alimentazione della ventola può essere esterna, oppure interna, andando a saldare i cavetti della ventola sui punti di alimentazione della centrale, ovvero dove sono saldati i terminali del cavo nero di alimentazione sulla scheda madre. In questo caso occorre rimuovere le viti che bloccano la scheda madre, girarla sottosopra ed individuare le due saldature. Il gioco è fatto.

Meglio di mille parole, nelle tre foto allegate potete chiarirvi le idee su posizionamento e forma di ventola e griglia.

- Foto 1 -

A sx Commander 9 modificato, a dx di serie.

- Foto 2 -

La griglia frontale

- Foto 3 -

A sin Commander 9 con ventola, a dx di serie

Come avrete capito il lavoro è di bassa macelleria e alla portata di qualunque fermodellista.

Circa il risultato finale dell’operazione, il raffreddamento è assicurato, e basta mettere la mano davanti alla griglia per sentire un flusso d’aria tiepida uscire allegramente dalla vostra centrale modificata.

Serve davvero? Fate vobis. Per quanto mi riguarda lascio la centrale tranquillamente accesa per ore e ore, sicuro che se si rompe non è per una…….botta di caldo.

E poi il rumore della ventola quando si accende la centrale dà un certo non so che di professionale………

Buon divertimento!

Paolo Bardotti