IDEE PER UN PLASTICO


Fra realta' e modellismo

La riproduzione in scala ridotta di un aspetto della realtà avviene per una molteplicità di scopi: costruire modelli di strutture o mezzi soddisfa di volta in volta esigenze diverse, dalla necessità di presentare in sintesi una realizzazione futura alla necessità di richiamo commerciale (chi non ha visto, ad esempio, diorami di unità abitative presso agenzie immobiliari?).

Qui ci concentriamo sull'aspetto ludico della questione: riprodurre una porzione di realtà per procurarsi il sottile piacere della realizzazione in miniatura della realtà stessa, amplificato, nel caso del modellismo ferroviario (fermodellismo), da una dimensione aggiuntiva: quella del movimento!

E' comunque importante considerare nel nostro caso alcuni elementi, che non potranno che portare a taluni compromessi realizzativi, dovuti ai vincoli stessi della riduzione in scala.

Infatti, la realizzazione di una “ferrovia in miniatura”, tranne alcune situazioni eccezionali (es. riproduzione di una minima parte della realtà ferroviaria) non può che passare attraverso alcuni compromessi: si pensi ad esempio alla riproduzione di una media stazione ferroviaria ambientata in epoca attuale. Un siffatto impianto potrebbe benissimo occupare, al vero, un'area lunga un paio di km e larga qualche centinaio di metri e contare fino a 50-70 deviatoi. La riproduzione in miniatura potrebbe risultare alquanto impegnativa se effettuata secondo un processo di semplice conversione aritmetica delle dimensioni in gioco. Per questo, le tecniche di modellismo sviluppate puntano, generalmente, a catturare il “sentore” della realtà, riproducendone i dettagli e gli aspetti principali, tralasciando talvolta la riproduzione tout court.

Nulla impedisce, grazie a risorse dedicate o in particolari situazioni, la riproduzione esatta della realtà, ma generalmente si tratta di casi sporadici (e fortunati). Così, ad esempio, ci si può trovare di fronte ad impianti di ferrovia in miniatura costruiti e mantenuti da associazioni o musei destinati a riprodurre una specifica realtà. Oppure, in ambito domestico, la riproduzione di aspetti di ferrovia “minimale” fino ad arrivare alla realizzazione, attraverso iniziative associative, di impianti “modulari”, che consentono di eliminare o comunque limitare i compromessi della riduzione in scala. Tuttavia, anche in tali casi talvolta i compromessi emergono evidenti: anche in tali impianti la preferenza della riproduzione in scala è rivolta agli aspetti principali o più spettacolari della ferrovia (stazioni, ponti, gallerie, caratteristici elementi di paesaggio o d'esercizio).

Ecco allora che, forse inconsciamente, anche tali iniziative attingono ad alcune tecniche modellistiche per i compromessi realizzativi.

Le principali, riportate in copiosa bibliografia specializzata, sono così descrivibili:


Fra realtà e modellismo: un treno che corre nella prateria. Si tratta di realtà (foto degli anni '40) o di riproduzione in scala?


Un merci al traino di una locomotiva articolata D&RGW attraversa la pianura prima di affrontare le montagne presso La Veta - Foto e plastico S. Tessarin, scala H0.


1Il concetto di LDE è stato formalizzato per la prima volta da Tony Koester in Model Railroad Planning 1995 e più volte ripreso dallo stesso autore, come in Model Railroad Planning 2007 (ed. Kalmbach) p.3 , dove è definito, nell'ambito della progettazione di un impianto ferroviario in miniatura, come il processo di raccolta dei punti di maggior interesse di una linea ferroviaria e la loro unione, scartando le parti comuni e di minore interesse.

2Il concetto di un plastico ferroviario in miniatura costruito su più livelli con la struttura a mushroom è stato illustrato dettagliatamente da Joe Fugate in Mushroom plan for a logging branch (progetto di plastico mushroom per una ferrovia forestale) in Model Railroad Planning 1998 – Ed. Kalmbach - Waukesha, WI – USA.