Tre stanze per un plastico … un plastico in tre stanze


parte I: idee a confronto

parte II: la scelta e ricerca documentazione

parte III: progettazione ed esercizio



PARTE PRIMA: IDEE A CONFRONTO

Ho tre stanze a disposizione”.... mi racconta un appassionato al telefono: ecco come inizia lo studio per questo tracciato di binari. Accidenti, ora si fa difficile penso io. A rendere oltremodo anomala la richiesta, è il desiderio dell'amico appassionato di aprire poi il plastico alla visita di altri appassionati.

Beh, con tre stanze, per circa 50mq, si possono fare tante cose, ma cosa? Non possono che entrare in gioco anche inclinazioni o interessi anche personali (all'inizio, non è da precludere alcuna soluzione...).

Ecco allora cosa è balenato nella mente, qui esposte in ordine... a caso!

1) la linea a scartamento ridotto in scala “generosa”: un plastico in scala 0m che riproduca le ferrovie del meridione d'Italia, con l'aggiunta di un pizzico di “e se fosse...”. Ad esempio il collegamento Ionio Tirreno fra Gioiosa e Rosarno (per verità, iniziato su entrambi i versanti e poi abbandonato a favore di altre iniziative). In scala 0 perchè tanto... c'è comunque tutto da costruire a mano!

2) la riproduzione di una zona costiera della Penisola, con il rischio, però, di dover fare i conti con un paesaggio fortemente antropizzato (ad esempio la Liguria) e quindi rendere il lavoro di realizzazione effettivamente molto molto pesante;

3) e se si pensasse ad una dorsale... appenninica, come ad esempio la progettata e mai realizzata Lagonegro – valle del Crati? Si, molto bella ma... per rendere giustizia alla maestosità dei paesaggi sarebbe necessario ricorrere alla scala N e, per quanto riguarda la produzione modellistica di stile italiano in questa scala... lasciamo perdere;

3 bis) pensiero subito ricacciato indietro: non sarei mai comunque riuscito a convincere l'amico appassionato: una delle linee trasversali degli USA o del Canada (ad esempio, la sezione occidentale della Milwaukee Road...) oppure... una linea mai costruita o sviluppata (da Lone Pine all'Oregon...). Ovviamente, in scala N!;

4) qualcosa di generico sul centro / nord Europa, che sicuramente stuzzica l'attenzione dell'amico, che già gode di una notevole collezione di rotabili e dimestichezza sul tema;

5) una linea montana (e qui incide l'inclinazione personale: una ferrovia non è ferrovia senza la battaglia contro la gravità!), in scala HO. Ma quale? Anche con il generoso spazio a disposizione, riuscire a catturare il feeling delle straconosciute Lotschberg, Brennero, Gottardo, Transalpina (la parte dei Tauri), Semmerig o Arlberg è comunque un'impresa non agevole;

6) ecco l'idea: una linea montana non proprio reale ma non proprio di fantasia: la linea del Fern Pass (solo abbozzata, mai costruita!).

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PARTE SECONDA: LA SCELTA!

Ebbene, ecco quali sono stati i pensieri a sostegno della linea del Fern Pass...

Nella seconda metà del XIX secolo, gli ideali positivi di poter finalmente dominare la natura ebbero il sopravvento anche su alcune regole basilari di buon senso! Ne troviamo traccia anche nell'ambiente ferroviario: in Colorado, la compagnia proprietaria della Denver, South Park e Pacific (si, proprio Pacifico, c'era come il prezzemolo nel nome di tutte le compagnie ferroviarie costituite appena qualche centimetro più a ovest di Chicago...) costruì una linea ferroviaria che attraversava tre volte (meglio abbondare...) lo spartiacque degli States. Anche in Europa qualcosa di “pazzarello” è, fortunatamente per noi appassionati avvenuto: la linea dell'Arlberg è stata costruita prevalendo su di un tracciato più agevole orograficamente attravero l'Allgau (ma... non sarebbe rimasta nei confini delll'impero Asburgico!) oppure la Transalpina, stupendo esercizio di tecnica ferroviaria e asse vitale dei trasporti mitteleuropei ancora oggi.

Ecco, così si giustifica una traversale alpina che per collegare la Lombardia con la Baviera attraverso (meglio, sotto!) 3 passi alpini, elencati da nord a sud: Fern, Resia, Stelvio.

Il plastico si concentra sulla riproduzione (compressa, ovviamente!) della rampa nord del Fern Pass e sulla sua discesa nella valle dell'Inn.

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PARTE TERZA: PROGETTAZIONE ED ESERCIZIO

Il plastico ferroviario, per l'esercizio di un'importante linea ferroviaria alpina a doppio binario non può non disporre di una “robusta” stazione nascosta, che nel nostro caso è da realizzare nella parte destra del progetto.

Posizionata la stazione nascosta, seguiamo il tracciato dalla sua uscita. La stazione nascosta gode di un “trucco”, ispirato dalla copertina (e dal corposo articolo all'interno) di MIBA Spezial n.8, per la quale la radice della stazione del plastico coincide con una delle radici della stazione nascosta. Semplicemente, i binari di stazione “spariscono” dalla parte visibile del plastico e continuano come binari della stazione nascosta. Analogo espediente è spesso utilizzato da modellisti statunitensi, con riferimento al corrispondente yankee delle stazioni nascoste: gli staging yard.

Quindi, con due elementi che hanno trovato la loro collocazione, è stato necessario procedere con alcuni abbozzi preliminari, per verificare cosa ci può stare e cosa no...

Ecco uno degli abbozzi.






Sono subito evidenti alcuni aspetti che saranno poi sviluppati nel progetto: il plastico, in alcune sue parti (indicate con sfondo rosa nell'immagine) è costruito su due livelli, collegati da una lunga rampa di elicoidali e tornanti. Sono presenti due imponenti viadotti che portano collegano le rampe nord e sud del passo con la zona del passo. Qui il piano dei binari raggiunge 180 centimetri d'altezza da terra (100 cm dalla quota della stazione principale con il deposito locomotive).

Lo spazio non occupato dal piano inferiore, come nel caso della zona del passo, è impiegato da vetrine e librerie per riporre in ordine... la nostra passione.

Ecco come è stato sviluppato il piano inferiore:




Partendo dalla stanza centrale, dove sono riprodotti la stazione principale e il deposito locomotive, la linea inizia a salire subito in prossimità della piattaforma girevole! Una lunga rampa conduce alla prima stazione di transito: è la stazione di Leermos, dalla quale si dirama la linea a singolo binario diretta a Garmish – Partenkirchen e, dopo aver affrontato un altro passo, e un'ardita discesa, a Innsbruck (questa ferrovia esiste veramente!).

Subito fuori dalla stazione di Lerrmoos l'orografia del territorio obbliga a un'impegnativa rampa per quadagnare quota verso il Fern Pass (il toponimo Wassen ricorda nulla?). Al temine della rampa, la linea accede al piano superiore:




Qui sono presenti alcuni elementi paesaggistici caratteristici: la ferrovia attraversa prati e boschi per arrivare alla stazione di Fern, dove sono attivi due raccordi industriali. Per cambiare versante ed affrontare l'ultimo tratto verso il passo, la linea impegna un imponente ponte metallico (del resto un ponte simile è presente a pochissimi Km in linea d'aria: il Trisanna Brucke sulla linea dell'Arlberg).

Attraversata la corta galleria di valico (al culmine della curva di oltre 180 gradi nel progetto), la ferrovia impegna un altro imponente ponte in calcestruzzo (come esiste al vero: il ponte di Flaknestein sulla rampa sud della linea dei Tauri) e poi si butta in un'elicoidale che la riporta al livello inferiore, dove un abbozzo della riproduzione della linea dell'Inn, su di una semplice mensola, riporta la linea alla stazione nascosta!

Quali sono le sfide per un'esercizio di una simile ferrovia in miniatura? Mah.. basta osservare il profilo della rampa nord 30 metri di binari dalla stazione principale (Fuessen) per raggiungere la radice nord della stazione di Fern.




Sarà mai realizzato? Non si sa, certo che potrebbe proprio essere un bel plastico!

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