La meccanica delle locomotive modello
 
Vediamo una panoramica sui vari sistemi di motorizzazione e trasmissione del moto utilizzati pià spesso all'interno della macchine in HO ed in N.
Trasmissione con motore piatto
Questo è un sistema utilizzato per locomotive di piccole dimensioni e per quelle economiche, questo sistema comprende un motore molto piatto e molto largo e grazie ad una cascata d'ingranaggi trasmette il movimento agli assi. E' il famoso motore G della Lima vecchia produzione o quello delle Fleishmann.
Una buona digitalizzazione permette un sensibile miglioramente nelle prestazioni.
Trasmissione a vite senza fine
È un sistema molto usato, soprattutto in scala N, inoltre negli ultimi anni, grazie alle nuove tecnologie di micromeccanica è possibile ritrovarla anche in locomotive molto piccole. La caratteristica di questo sistema è di porre il motore in modo trasversale alla locomotiva e grazie ad una vite senza fine e a una cascata di ingranaggi il moto viene trasmesso agli assi motori, il principale vantaggio di questo sistema sta nel poter utilizzare un motore più grosso e quindi più potente al caso precedente.

Un altro vantaggio di questo sistema è un rapporto di trasmissione molto basso (dato dalla vite senza fine) che permette una gran potenza alle ruote, inoltre permette basse velocità di funzionamento, l'unico inconveniente è dato da fatto che se la vite senza fine si blocca tutta la cascata si blocca, infatti, non si riesce a far ruotare le ruote a motore fermo, questo problema viene risolto grazie ad un volano che favorisce una decelerazione lenta del motore in caso di mancanza di tensione.

Trasmissione a doppia vite senza fine
Non è altro che un'evoluzione del caso precedente, infatti, il sistema viene raddoppiato sull'altro capo del motore: in questo modo si riesce ad ottenere a parità di forza di trazione una aderenza maggiore.
Trasmissione a doppia vite senza fine a giunto di Cardano.
L'idea della vite senza fine qui ha avuto una notevole evoluzione, infatti, grazie a due alberi dotati di giunti sferici, possiamo trasmettere il moto rotatorio del motore ad una gran distanza, con la possibilità, conferita dai giunti, di avere un notevole spostamento della vite senza fine rispetto all'asse del motore, come nel caso dei carrelli motori di una locomotiva.
In passato al posto degli alberi rigidi erano usati anche alberi flessibili, come molle o tubetti di materiale plastico. L'unico limite di questo sistema è nell'utilizzo d'alberi troppo lunghi, che possono flettersi e uscire dalle sedi dei giunti durante il funzionamento.
Questo sistema è oggi di gran lunga il più utilizzato: locomotive a carrelli, a vapore, con motore nel tender e trasmissione sia alle ruote del tender che a quelle della locomotiva, oppure anche nelle locomotive a cassa articolata di scuola italiana.
Trasmissione a cinghiolo
Viene usata pochissimo dato il fatto che da molti problemi, come il facile slittamento del cingiolo o la rottura dello stesso. Di solito viene usato per trasmettere il moto ad una vite senza fine parallela al motore o tra due assi. Un'altra versione di questa configurazione è quella che sostituisce alla cinghia una coppia di ruote dentate a denti elicoidali, che hanno elevato rendimento (al pari delle ruote dentate a denti dritti), ma minore usura ed un funzionamento molto silenzioso.
Trasmissione a vite senza fine con motore verticale
Il classico motore Rivarossi!! È un altro sistema che utilizza il principio della vite senza fine, in questo caso il moto viene trasmesso direttamente all'asse motore, questo sistema implica molti inconvenienti il principale (come tutte le trasmissioni a vite senza fine senza volano) quello di non risparmiare l'ingranaggeria a causa dei bruschi urti che subisce nelle fasi di accelerazione e decelerazione.
 
FG